1. Di roccia, fuochi e avventure sotterranee

    A cura di Alessandro Dandini de Sylva

    Di roccia, fuochi e avventure sotterranee è una raccolta di campagne fotografiche commissionate da Ghella in cantieri in Europa, Estremo Oriente e Oceania.

     

    L’opera, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, è costituita da un cofanetto di sei volumi cartonati bilingue (italiano e inglese). I primi cinque documentano altrettante indagini fotografiche, realizzate nei cantieri di Atene, Oslo, Hanoi, Sydney e Brennero da un diverso fotografo. Il sesto libro raccoglie una selezione di fotografie dall’archivio storico di Ghella.

    Ogni volume tratta un cantiere in diversi stati di avanzamento e con diverse tecniche di escavazione combinando documentazione, ritrattistica, natura morta, concettualismo e astrazione.

    L’opera propone una nuova e preziosa contaminazione tra fotografia artistica e documentazione di grandi progetti di ingegneria. L’elevata qualità tipografica dei volumi restituisce la ricchezza di dettagli delle immagini dei fotografi coinvolti e la loro straordinaria capacità espressiva.

  2. Fabio Barile

    OSLO FOLLO LINE | HIGH SPEED RAILWAY PROJECT

    Il lavoro di Fabio Barile è un’indagine sul tunnel ferroviario che collegherà Oslo a Ski, e giustappone immagini di intricati sistemi naturali e artificiali, come gallerie e componenti di macchine escavatrici, foreste di conifere e scorci di cantiere, formazioni rocciose e nuove urbanizzazioni, in un flusso visivo senza soluzione di continuità.

    Il progetto Follo Line, in Norvegia, consiste in una nuova linea per l’alta velocità a doppio binario, lunga 22 chilometri, che collegherà la stazione centrale di Oslo e un nuovo hub per il trasporto pubblico nella città di Ski. La nuova linea è stata ideata per decongestionare il traffico nella periferia a sud-est di Oslo e integrare la mobilità pubblica dei piccoli centri attorno alla capitale. La commessa prevede la costruzione di circa 64 chilometri di nuovi binari, che corrono attraverso due tunnel gemelli. Follo Line è il tunnel ferroviario più lungo mai scavato in Scandinavia e uno dei primi nella storia nordeuropea a prevedere una galleria a doppia canna, realizzata simultaneamente con quattro Tunnel Boring Machine, comunemente chiamate «talpe».

    Fabio Barile (Barletta, 1980) studia fotografia alla Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Nel 2007 è selezionato fra i finalisti di Atlante Italiano 007 e le sue immagini sono esposte al MAXXI di Roma. La sua prima personale, Diary n°0 – Things that do not Happen, è selezionata nel circuito di Fotografia Festival Internazionale di Roma del 2009. Nello stesso anno, espone il progetto Among al Foto Festival di Atene e al Centre d’Art Dominique Lang in Lussemburgo. Nel 2010 entra a far parte dell’archivio fotografico Documentary Platform, A Visual Archive. Nel 2012 il progetto Soli Finti è selezionato per il Dummy Award del Photobook Festival ed esposto a Le Bal di Parigi. Nel 2015, il suo lavoro Homage to James Hutton è esposto al MACRO di Roma. Tra il 2017 e il 2019 espone An investigation of the laws observable in the composition, dissolution and restoration of land alla galleria Matèria e all’ICCD di Roma, in dialogo con l’archivio fotografico dell’istituto, al Centro per le Arti Visive Pescheria di Pesaro e a Les Rencontres de la photographie d’Arles. Nel 2020, FOAM Magazine pubblica un’anteprima dal suo ultimo lavoro Works for a cosmic feeling. Sue opere sono presenti nelle collezioni della Fondazione MAST di Bologna e dell’ICCD di Roma.

  3. Andrea Botto

    BRENNER BASE TUNNEL | VERONA – INNSBRUCK HIGH-SPEED RAILWAY

    Le fotografie di Andrea Botto della galleria che unirà Italia e Austria sotto il passo del Brennero si presentano come il resoconto di un’azione performativa: il fuochino, detto anche brillatore di mine, mette in scena una lunga successione di attività preparatorie che culminano con la spettacolare esplosione del fronte di scavo.

    Sotto il passo del Brennero si sta costruendo quello che un giorno diverrà il collegamento ferroviario sotterraneo ad alta velocità più lungo al mondo: la Galleria di base del Brennero. Il progetto fa parte della rete trans-europea di trasporto TEN-T, soprannominata «la metropolitana d’Europa», e più precisamente del corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Lo scavo sotto le Alpi è particolarmente complesso: la galleria viene scavata attraverso le filladi di quarzo, gli scisti, lo gneiss, in condizioni geologiche ed idrogeologiche particolarmente sfidanti. Inoltre, circa 20 chilometri di tunnel sono scavati con il metodo tradizionale, ovvero utilizzando cariche esplosive, collegate tra loro tramite micce detonanti.

    Andrea Botto (Rapallo, 1973) ha esposto i suoi lavori in musei nazionali e internazionali, tra cui la Bundeskusthalle di Bonn (2005), il Fotomuseum Winterthur (2005), lo Stiftung Kultur a Colonia (2006), il MAXXI di Roma (2007 e 2016), la Fundacion Canal Isabel II a Madrid (2007), il MoCA di Shanghai (2010), il Benaki Museum di Atene (2015), Kolkata Centre for Creativity (2019). Parallelamente all’attività fotografica, tiene abitualmente lezioni e workshop in diverse istituzioni e cura numerose iniziative culturali legate alla fotografia. Dal 2006 al 2011 è stato direttore artistico della rassegna Rapallo Fotografia Contemporanea. Ha insegnato allo IED di Torino e al Master di Alta Formazione sull’Immagine Contemporanea della Fondazione Fotografia di Modena. È tra i membri fondatori del collettivo artistico Fotoromanzo Italiano. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private. Tra le sue monografie: 19.06_26.08.1945 (Danilo Montanari, 2014), terzo premio al Fotobookfestival Kassel Dummy Award e finalista al Paris Photo-Aperture First Book Award, KA-BOOM The Explosion of Landscape (Èditions Bessard, 2017), finalista al Photobook Award dei Rencontres d’Arles, Reviviscenza. Un ponte su Genova (Rizzoli, 2020).

  4. Francesco Neri

    HANOI PILOT LIGHT METRO LINE PROJECT | NHON-HANOI SECTION

    La sequenza di Francesco Neri della prima metropolitana sotterranea di Hanoi taglia visivamente la città seguendo la traiettoria della futura linea. Ciò che emerge è una serie di immagini in cui il cantiere, ancora nelle sue fasi iniziali, determina una zona di conflitto e di sfida agli ambienti caotici, imprevisti ed organici di Hanoi.

    Il progetto della Pilot Light Metro Line 3 di Hanoi fa parte del nuovo sistema di trasporti della capitale vietnamita. Il lotto su cui lavora Ghella, interamente finanziato dalla Asian Development Bank (ADB), è il più lungo e più importante tra i 9 lotti in cui è suddivisa l’intera linea metropolitana. La Pilot Light Metro Line 3 è la prima linea della capitale del Vietnam scavata in sotterraneo e si estende per 12,5 chilometri da Nhon, nel quartiere Tay Tuu, costeggiando Kim Ma Street, nel distretto occidentale di Nam Tu Liem, fino alla Hanoi Station, in una delle aree più popolose della città. La Line 3, nota anche come Văn Mieu Line (Linea del Tempio della Letteratura), sarà la linea più utilizzata nella rete metropolitana di Hanoi.

    Francesco Neri (Faenza, 1982). Dopo aver collaborato con la sede di Parigi di Magnum Photos studia fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna con Guido Guidi. La sua ricerca fotografica sul ritratto e il paesaggio sociale si è sviluppata nel corso degli ultimi quindici anni. Il suo lavoro è incluso in varie collezioni tra cui: Museo Reina Sofia (Spagna), SK Stiftung Kultur Museum (Germania), Fondation A Stichting (Belgio), Linea di Confine (Italia), Biennale di Architettura di Venezia (Italia), Fondazione Ermanno Casoli (Italia), Agarttha Arte Piemonte (Italia), Collezione Graziadei (Italia), Museo MAXXI (Italia). Tra il 2013 e il 2018 è visiting lecturer presso il Bard College Annandale on Hudson (New York), l’Academy of Visual Art Leipzig (Germania) e il London College of Communication (Regno Unito). Nel 2018 riceve l’August Sander Award per la fotografia di ritratto dallo SK Stiftung Kultur Museum di Colonia. È membro e tutor per la facoltà “AA - Architectural Association, School of Architecture” a Londra e insegna fotografia presso l’Istituto Superiore di Grafica Pubblicitaria di Faenza.

  5. Marina Caneve

    ATHENS METRO LINE 3 EXTENSION | HAIDARI – PIRAEUS SECTION

    Le immagini di Marina Caneve della linea metropolitana che collegherà l’aeroporto di Atene al porto del Pireo, sono ordite in un’intricata foresta di temi riconducibili al rapporto tra città, progettazione contemporanea e memoria storica. Vedute della città e del cantiere si alternano a reperti archeologici, carotaggi e componenti di macchine escavatrici.

    Il prolungamento Haidari–Pireo della Linea 3 della Metro di Atene si estende da Haidari, un distretto a carattere residenziale situato nella periferia occidentale della città, fino al porto del Pireo, per terminare alla stazione Dimotiko Theatro. Una volta terminata, la nuova sezione della Metro sarà in grado di trasportare 135.000 passeggeri al giorno e collegherà il principale porto greco con l’aeroporto internazionale Eleftherios Venizelos, riducendo i tempi di percorrenza di 60 minuti. Lo scavo delle nuove stazioni ha permesso di rinvenire un numero ancora imprecisato di reperti archeologici risalenti all’antica Atene, tra cui vasi, anfore, piatti, statuette e altri manufatti che sono stati catalogati e archiviati da un gruppo di esperti archeologi e specialisti.

    Marina Caneve (1988) si occupa di ricerche visive e nel suo lavoro sperimenta l’utilizzo della fotografia come strumento di osservazione autonomo all’interno di ricerche interdisciplinari.
    Caneve si interessa maggiormente di complessità, conoscenza, catastrofi, equilibrio e vulnerabilità. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni nazionali ed internazionali e ha realizzato campagne fotografiche e progetti di ricerca per istituzioni quali MUFOCO, MiBACT, ICCD, Museo Nazionale della Montagna, oltre che per clienti privati. Combina la pratica artistica con la docenza (Master Iuav in Photography e Spazio Labò).
    Con il progetto Are they Rocks or Clouds? ha vinto numerosi premi tra cui il Premio Giovane Fotografia Italiana a Fotografia Europea Reggio Emilia, il Photobook Dummy Award a Cortona On The Move, il Premio Bastianelli ed è nominata per il Prix du livre des Rencontres d’Arles 2020. Nel 2020 è tra gli artisti selezionati da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, per il programma internazionale Futures Photography e entra a far parte dell’agenzia MAPS.
    Tra le pubblicazioni principali Are they Rocks or Clouds? (Fw:Books), Di roccia, fuochi e avventure sotterranee (Quodlibet), The Shape of Water Vanishes in Water (A+Mbookstore edizioni).
    È cofondatrice di CALAMITA/À, una piattaforma interdisciplinare di ricerche sul tema della catastrofe con un focus sul Vajont (2013-ongoing) per cui ha curato numerose mostre e The Walking Mountain (CALAMITA/À).

  6. Alessandro Imbriaco

    SYDNEY METRO CITY AND SOUTHWEST | CROWS NEST-WATERLOO SECTION

    Le fotografie di Alessandro Imbriaco dei nuovi tunnel che corrono sotto la baia di Sydney evocano atmosfere riconducibili all’esplorazione spaziale: immagini dettagliate delle talpe meccaniche (TBM) si alternano a complessi sistemi di segni e simboli che, dipinti con vernici colorate sulle pareti delle gallerie, appaiono come pitture rupestri in un ambiente alieno.

    Sydney Metro è il progetto infrastrutturale più imponente di tutta l’Australia e consiste nello sviluppo e nella realizzazione della rete metropolitana di Sydney. I nuovi tunnel previsti dal progetto hanno
la peculiarità di connettersi all’infrastruttura sopraelevata esistente nelle aree di Chatswood e Marrickville, per poi passare sotto il Sydney Harbour e alcune aree altamente urbanizzate come il City Business District. Lo scavo delle stazioni di Pitt Street e di Martin Place è avvenuto nell’area più popolosa e trafficata di Sydney. Una volta completata la tratta, è stato stimato che la capacità della metropolitana aumenterà da circa 24.000 a 40.000 persone all’ora e che i convogli avranno una frequenza media di un treno ogni due minuti.

    Alessandro Imbriaco (Salerno, 1980), dal 2007 al 2011 lavora a un progetto sull’abitare a Roma, TAZ, raccontando campi rom, occupazioni abitative e periferie urbane. Dal 2011 al 2016 con Tommaso Bonaventura e Fabio Severo lavora al progetto Corpi di Reato, un’archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell’Italia contemporanea. Nel 2014 e nel 2016 partecipa alla Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2017 idea Forza Maggiore, un progetto collettivo e multidisciplinare sulla ricostruzione post-sisma. Nel 2019 cura il progetto Archivio Bellosguardo, un esperimento per la costituzione di un archivio fotografico e di un sistema di residenze in Cilento. Dal 2019 collabora con l’ICCD curando l’ideazione e lo sviluppo del portale #scenedaunpatrimonio. Dal 2014 è docente all’Istituto Europeo di Design. Tra i riconoscimenti ricevuti: Premio Atlante Italiano – MAXXI, Premio Canon, World Press Photo, Foam Talent, Premio Ponchielli, European Publishers Award for Photography. I suoi lavori sono conservati dall’archivio della Biennale di Venezia, dal Museo Riso di Palermo, dal MUFOCO di Cinisello Balsamo, dal MAXXI e dall’ICCD di Roma. I suoi libri sono stati pubblicati in Italia, Inghilterra, Francia e Germania da editori come Electa, Dewi Lewis, Actes Sud e Kehrer Verlag.

  7. Alessandro Dandini

    CINQUANTA FOTOGRAFIE DALL’ARCHIVIO

    La selezione di fotografie dall’archivio storico di Ghella, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, documenta l’attività dell’azienda dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Di eccezionale spettacolarità appaiono le foto degli scavi per la Transiberiana del 1898, quelle dei lavori per il Beacon Hill Tunnel a Hong Kong del 1908 o ancora quelle dei lavori per la metropolitana di Roma del 1938, fino all’impianto idroelettrico di Fundres in Alto Adige del 1951.

    Le fotografie selezionate dall’archivio storico di Ghella documentano l’attività dell’azienda dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Nel 1894, anno della fondazione della Società Ghella, risultano cantieri in India, Persia e la costruzione di parte della ferrovia Transiberiana in Russia. Nel 1907, grazie all’esperienza maturata con il padre Domenico, Adolfo Ghella riorganizza e completa il cantiere della galleria di Beacon Hill a Hong Kong. Tra il 1927 e il 1933 ottiene diversi tronchi ferroviari per conto delle Ferrovie Calabro-Lucane. Nel 1938, alla società Adolfo Ghella e Figli viene assegnata la costruzione della parte più difficile della metropolitana di Roma: il tratto tra Via Cavour e il Colosseo. Dal 1947, i figli Giovanni e Domenico riprendono i lavori sospesi a causa della Seconda guerra mondiale e realizzano impianti idroelettrici, ferrovie, tratti autostradali, tutti dalla forte prevalenza tecnica e con una distintiva attitudine al sottosuolo.

    Alessandro Dandini de Sylva (Roma, 1981) è artista e curatore. I suoi lavori sono stati esposti in istituzioni pubbliche e private tra cui la Flowers Gallery a Londra, la Humble Arts Foundation a New York, il Bund 33 Art Center a Shanghai, l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi e Operativa Arte Contemporanea a Roma. Tra i riconoscimenti ricevuti il Premio Shanghai, Les Promesses de l’Art e il Talent Prize. Il suo primo libro, Paesaggi, è presente in collezioni pubbliche come la Tate Library a Londra e l’ICCD a Roma ed è stato esposto in manifestazioni internazionali come Off Print (Parigi e Londra), I Never Read (Basilea) e Unseen (Amsterdam). Dal 2011 al 2016 è stato curatore di Fotografia Festival Internazionale di Roma. Tra il 2012 e il 2016 ha curato un ciclo di mostre di fotografia sperimentale al MACRO di Roma. Nel 2013 e nel 2014 è stato curatore ospite alla Fondazione Pastificio Cerere di Roma e alla Fondazione Ermanno Casoli di Fabriano. Dal 2016 è direttore della Fondazione Malaspina di Ascoli Piceno e dal 2017 curatore alla Fondazione Pescheria Centro Arti Visive di Pesaro.

  8. Messaggio del Presidente

    Enrico Ghella | President & CEO

    Lavorare con responsabilità, nel nostro mestiere, vuol dire conoscere l’impatto che le nostre opere generano sul territorio, sugli uomini e sul tempo. Lasciamo forti tracce che devono durare. Sfogliando le fotografie sbiadite del nostro archivio, ho rivisto gallerie che superano i cento anni e che sono ancora oggi utili: magari ne è cambiato l’uso, ma hanno rispettato i criteri del tempo, del territorio e quindi dell’uomo. Lasciare una traccia è nostro mestiere, ma lasciarne una storia è compito da artisti.

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